Una cura per la "filiera della vita"

Agronetwork-News-locandina-def-evento-19-giugno-2020-Proposte-per-reagire-al-Coronavirus 2

Confronto tra governo e imprenditori

nell’evento di Agronetwork su rilancio Ho.Re.Ca.

La filiera della vita va ripagata dell’impegno che ha assicurato l’abituale approvvigionamento di cibo agli italiani confinati per il coronavirus. Una funzione istituzionale assieme a quella della sanità.
Teresa Bellanova - Una storia appena iniziata - Centenario Confagricoltura - Agronetwork News

Il ministro per le politiche agricole Teresa Bellanova si stava rivolgendo, il 19 giugno 2020, ad imprenditori agricoli, a quelli dell’industria di trasformazione, della distribuzione e della somministrazione riuniti da Agronetwork, in collaborazione con Confagricoltura e gli altri soci fondatori, per condividere e discutere Analisi e proposte dell’agroalimentare per l’Ho.Re.Ca..

Con numerose e qualificatissime presenze “virtuali” attraverso strumenti di videoconferenza, imprenditoria e politica hanno discusso la “fase 3” della reazione alla nota pandemia, ovvero il rilancio dell’economia con trasformazioni che la rendano più resiliente .

E’ stata una grande dimostrazione di coesione della filiera, nonostante alcune differenze di punti di vista.

La conclusione, espressa dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, è che  il settore è pronto a discutere con il governo un piano strategico per l’agroalimentare ma non possono essere rinviate misure per il sollievo economico e finanziario anche attraverso la leva fiscale.

Cambiamenti contingenti o strutturali del mercato.

Certo indietro non si può tornare.

Luisa Todini, presidente di Agronetwork, con la collaborazione del Segretario Generale  Daniele Rossi, ha impostato i lavori constatando come  “la pandemia abbia profondamente cambiato le scelte alimentari a livello mondiale, la composizione della domanda, i modelli di produzione e distribuzione, la logistica e l’organizzazione del lavoro. Resta da comprendere quanto queste modifiche delle abitudini e dei comportamenti abbiano assunto una dimensione strutturale, ma certamente lasceranno il segno.”

L’impatto è sul principale asset economico del Paese: un settore da 1,3 milioni di imprese, il 25% dell’economia italiana 2018/2019, con 3,4 milioni di occupati (14% del totale nazionale), 250 miliardi di euro (23%) di consumi, di cui 43 miliardi di esportazione, con un valore aggiunto di 140 miliardi di euro.

Servono dunque approcci innovativi per garantire che la “filiera italiana della vita” intanto non veda morire un’alta percentuale delle imprese e in prospettiva migliori capacità di reazione e di iniziativa nell’economia globale.

Impatto del Covid sull’agroalimentare nella nuova analisi di Nomisma

I dati, degli impatti del Covid-19 sulla filiera agroalimentare italiana, presentanti da Denis Pantini di Nomisma, evidenziano aspetti inquietanti dietro il tanto applaudito aumento delle vendite di prodotti alimentari alle famiglie italiane, che paiono aver rivitalizzato le tradizioni culinarie quando sono state chiuse attorno ai focolari domestici.

Difatti già il mese di aprile ha mostrato, soprattutto nelle esportazioni, elementi di controtendenza rispetto gli aumenti di vendite dell’intero primo quadrimestre 2020 rispetto gli stessi mesi dell’anno 2019.

Elementi di barriera agli scambi commerciali, pratici, politici e psicologici sembrano interessare sfavorevolmente la domanda internazionale nell’anno della pandemia.

Ma la criticità maggiore è stata la chiusura del mercato Ho.Re.Ca., sigla di origine franco-olandese che indica, ormai nel mondo, il comparto “alberghiero, ristorazione e somministrazione”. Nel solo mercato interno italiano il 34,3% dei consumi alimentari, durante il 2018 è stato fuori casa.

In pratica il nostro agroalimentare ha perso per quattro mesi un terzo del mercato interno complessivo, per il blocco pressoché totale dei consumi fuori casa, mitigato solo in minima parte e con fatica, dallo sviluppo delle consegne a domicilio e degli acquisti telematici.

L’Ho.Re.Ca. italiano ha un peso nel comparto agroalimentare pari al 22% delle imprese, 36% degli  occupati, 23% dei consumi in valore e 9%  sia dell’esportazione sia del valore aggiunto.

Il settore è in estrema sofferenza per il blocco delle attività, il crollo degli arrivi turistici dall’estero e il lavoro telematico dalle case.

Anche in conseguenza di questo si profila la riduzione crescente della produzione agroalimentare pur al momento meno colpita con l’8,1% in aprile 2020 rispetto lo stesso mese del 2019, a confronto del totale del manifatturiero calato del 45,6%.

L’azione del governo e il ruolo della politica

Qualificati esponenti di governo e parlamento nazionali e delle istituzioni europee sono stati presenti al convegno, sempre in collegamento remoto ma con attenzione e continuità.

Agronetwork News - Ministro Bellanova

A partire dal ministro Teresa Bellanova e con condivisione anche degli imprenditori, si è riscontrata consapevolezza  dell’esperienza fatta in mesi difficili che induce ad una nuova visione di “paese” per i prossimi anni.

In questo contesto si è ben evidenziata la interdipendenza della filiera, inclusi gli operatori della somministrazione al pubblico, e la necessità di sostegno per molti prodotti agroalimentari, particolarmente quelli di maggiore qualità.

Il governo ha pronte, con dotazione economica, undici azioni prioritarie.

L’obiettivo di evitare ogni chiusura di attività è stato ribadito dal presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati, On. Filippo Gallinella.

Anche gli imprenditori hanno concordato con gli esponenti politici su dichiarazioni di principio riguardo l’ importanza della ristorazione e la necessità di innovazione per affrontare il futuro, secondo la visione che, tra l’altro, ispira Agronetwork. Ma il mondo delle aziende non è apparso ottimista e ha sollecitato il pieno coinvolgimento nella definizione degli interventi.

Gian Paolo Manzella, sottosegretario allo sviluppo economico, dopo aver seguito tutti i lavori, ha rilevato come le differenze di interessi e l’unione di aspetti economici e quelli culturali che li hanno caratterizzati presentano delle criticità; tuttavia il dibattito ha mostrato che si tratta di dati di fatto, complessità con valenze anche positive e che il sostegno pubblico è ancora ben lontano da soddisfare le esigenze.

Manzella, entrando nei dettagli tecnici delle misure per il sostegno dell’economia, ha voluto far presente ciò che il governo ha comunque fatto in immediata reazione emergenziale, con carichi di lavoro per gli apparati enormemente aumentati, tanto che qualche ritardo è stato inevitabile.

Anche Manzella ha comunque riscontrato che la innovazione emersa nel convegno consiste principalmente nella visione di insieme della filiera.

Per il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo Antonio Tajani “è necessario inserire l’agroalimentare in una visione complessiva di rilancio del Paese e per fare questo servono più risorse di quelle che il governo ha finora destinato. Bisogna poi intervenire sulla fiscalità, investire in ricerca e innovazione. Il messaggio arrivato oggi da Bruxelles è positivo, ma bisogna lavorare ancora per rivedere i tagli alla Pac che sono stati proposti e per attuare una politica ambientale più lungimirante.”

Testimonianze e reazioni dall’Ho.Re.Ca.. Criticità economiche e finanziarie

La necessità di nuovi approcci strategici più attenti alle sinergie è apparsa condivisa nei numerosi interventi, ma altrettanto il timore di non arrivare vivi alle future politiche agroalimentari comprendenti le imprese di somministrazione.

Difatti la FIPE, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, per la quale hanno partecipato il presidente Lino Stoppani e il direttore Roberto Calugi, stima in 50 mila su 350 mila aziende le chiusure imminenti, con perdita di 350 mila posti di lavoro.

Anche gli esercenti rivendicano misure strutturali, accompagnate da decisa semplificazione burocratica per quelle emergenziali, in parte già disposte ma ancora in corso di attuazione, mentre in altre nazioni sono state rapidissime.

In pratica la generalità degli imprenditori sta incontrando il problema di finanziare spese in attesa di rimborsi, come avviene per i ritardi della cassa integrazione guadagni.

Lino Stoppani ha espresso compiacimento per la tendenza all’alleanza tra ristoratori e agroindustria. Lamentando che invece manchi in Italia un ministero referente per  il settore nel suo complesso, essendo le competenze ad esso riferite divise tra ministeri vari nessuno dei quali portato ad attribuire tutta la necessaria attenzione alla filiera.

Al paese occorre visione organica degli interventi normativi ed economici, superando le settorialità.

L’iniziativa di Agronetwork ha ricevuto molti complimenti proprio per aver unito in collaborazione agricoltura, industria e distribuzione.

Esempi di interdipendenza nella filiera. Il caso del vino e dei prodotti pregiati

Imprenditori innovativi, che integrano diversi ruoli della filiera, come Guido Folonari, hanno evidenziato, anche riferendo casi esemplari, il ruolo trainante svolto dall’Ho.Re.Ca. e le sue sofferenze attuali.

Folonari, sottolineando la funzione di socialità propria della ristorazione, ha fatto appello perché questi punti di ritrovo ed esperienza condivisa tornino da “luoghi della paura” ad essere “luoghi della fiducia” e simboli del rilancio. Le riattivazioni potrebbero essere accelerate tenendo conto dei minori rischi attuali in alcuni territori.

Questo sarebbe ancor più utile per quei prodotti italiani di eccellenza, come i vini pregiati, che realizzano in ambito Ho.Re.Ca. gran parte del fatturato e determinante promozione di immagine. Lo ha ribadito anche Raffaele Boscaini (Masi Agricola) aggiungendo che occorre alleggerire rigidità regolamentari per far esprimere la capacità imprenditoriale, ad esempio consentendo la vendita di bottiglie da asporto a chi ha licenza di somministrazione.

Infatti regole non essenziali alla tutela della salute pubblica possono impedire il riequilibrio delle imprese. I piani imprenditoriali delle attività di ristorazione non possono sopportare senza apporti esterni chiusure né riduzioni dei coperti.

Accade che i fornitori, industrie e aziende agricole, siano utilizzati “come banche” dai rivenditori che necessitano di nuove scorte per ripartire, a volte anche al fine di coprire debiti pregressi aggravati dalla chiusura degli ultimi mesi.

Questo ruolo potrebbe esaurire a loro volta le risorse dei fornitori; dunque serve maggiore intervento pubblico e delle banche per contrastare crisi a catena.

L’approccio di Agronetwork: prendere l’iniziativa e indicare soluzioni orientando possibili aiuti esterni

Annibale Pancrazio, industriale conserviero noto per la proiezione internazionale, si è unito ad altre voci considerando che tutto il mondo è stato colpito dal Covid-19, ma con reazioni diverse, sia nel contenimento dell’epidemia sia nel recupero economico e sociale.

La necessità di efficienti interventi pubblici non deve far passare in secondo piano lo sforzo creativo imprenditoriale.

Pancrazio ha portato esempi di aziende che hanno rapidamente riconvertito verso altri canali produzioni principalmente orientate all’Ho.Re.Ca.

Le aziende, con sforzi di questo tipo, nei quali Pancrazio raccomanda la proiezione internazionale, possono esemplificare come dovrebbero essere aiutate. Un approccio caratteristico di Agronetwork, che lo ha sviluppato anche con questo convegno, ha sottolineato Pancrazio, complimentandosi con Luisa Todini, Massimiliano Giansanti e il segretario generale Daniele Rossi.

Latte e birra nelle stesse acque tempestose.

Le reazioni delle grandi industrie

La birra e il latte, ovviamente con “i suoi derivati”, hanno mercati particolarmente sviluppati nell’ambito Ho.Re.Ca..

Le criticità ma anche le reazioni costruttive della grande industria sono state riferite da Alfredo Pratolongo Direttore Comunicazione ed Affari Istituzionali di Heineken Italia e da Giampiero Calzolari presidente di Granarolo.

Entrambe le aziende hanno dedicato alla somministrazione al pubblico particolari linee di prodotti e stanno subendo contrazioni di mercato. Considerati anche i grandi numeri del valore aggiunto, radicato nel territorio, e dell’occupazione diretta ed indotta, si aspettano politiche che agevolino il recupero, come ad esempio la eliminazione delle accise sulla birra.

Sono state comunque intraprese azioni per il recupero.

Oltre una parziale riconversione verso il consumo delle famiglie, l’industria agroalimentare altamente specializzata sta incrementando la relazione consulenziale con le aziende utilizzatrici accompagnandole nella proposta ai clienti finali.

“Il canale HO.RE.CA è fondamentale per tutti noi – ha ribadito il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio – per l’industria alimentare e per l’agricoltura, non solo in termini economici ma anche per valore aggiunto. I ristoratori devono essere sostenuti almeno fino alla fine del 2021 con contributi a fondo perduto.” Si tratta di  un patrimonio dell’intero Paese per volume di affari, forza lavoro e turismo”.

Anche i distributori sono ormai consulenti

Il recupero del settore Ho.Re.Ca. può avere tra i protagonisti le aziende di distribuzione che lo servono.

Non più dei semplici “grossisti”, i distributori svolgono ormai un ruolo di informazione e sostegno a vantaggio dei rivenditori, ha notato Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob (Federazione dei Grossisti e dei distributori di Bevande).

Una voce su questo punto allineata con quelle della grande industria nel rappresentare lo sviluppo di rapporti organici come elemento di razionalizzazione della crescente complessità e di integrazione delle filiere.

La consapevolezza di queste relazioni virtuose non ha fatto tralasciare a Di Marino l’allarme basato su i dati impressionanti della contrazione anche al 95% delle attività Ho.Re.Ca. italiane. Per contrastare quella che merita ormai di essere dichiarata “crisi complessiva di filiera” con calo strutturale previsto nel 40% devono essere anche strutturali gli interventi pubblici, con particolare attenzione immediata a riduzione fiscale Aliquote IVA e del costo del lavoro e con impegno a lungo termine per innovazione e formazione.

E’ evidente la convergenza di valutazioni e intenti che potrebbe sostenere nuove politiche per l’agroalimentare.

Tutti insieme per farcela e Agronetwork può aiutare, ma intanto emergenza fiscale

Le imprese agro-alimentari “ce la vogliono fare e ce la devono fare tutti insieme” ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ribadendo che l’Ho.Re.Ca. è parte essenziale della filiera ed ha avuto un ruolo di avanguardia nella proposta internazionale del cibo italiano.

Il settore Ho.Re.Ca. ha un ruolo fondamentale per la valorizzazione dei prodotti agricoli ed alimentari, che ci ha consentito di crescere sul mercato domestico e all’estero.

“Oggi è stata una giornata importante” – ha dichiarato Giansanti – : grazie ad Agronetwork, la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, ha presentato alle Istituzioni una serie di proposte per il rilancio del ‘cibo e del bere italiano’.

Ma mentre le associazioni della filiera sono pronte a scrivere con il governo il nuovo progetto di strategia nazionale, le aziende devono essere tenute in vita con provvedimenti immediati.

Confagricoltura ha proposto al governo il taglio delle aliquote IVA per tutti i prodotti agricoli e trasformati, e il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori, per far ripartire i consumi.

Documentazione