Guerre USA dei dazi con UE e Cina nate per Airbus

Guerre USA dei dazi con UE e Cina
nate per Airbus penalizzano eccellenze agroindustriali italiane
I dazi USA e i recenti accordi in cambio della riduzione di quelli contro la Cina colpiscono maggiormente alcuni settori dell’agroindustria italiana. Un cambiamento di contesto che potrebbe imporre adattamenti del difficile impegno della nostra agroindustria per emergere nello scenario del libero mercato globalizzato.
Le aziende agricole e della trasformazione, particolarmente italiane, rischiano di subire la gran parte del peso di guerre commerciali nate in altri ambiti industriali e combattute a livelli intercontinentali. Solo la coesione tra imprenditori e il sostegno nazionale ed europeo possono ridurre le conseguenze per i singoli imprenditori e per l’economia italiana.
Dal 18 ottobre 2019, 117,1 milioni di dollari statunitensi di dazi aggiuntivi del 25% peseranno su importazioni attualmente calcolate in 468,5 milioni di dollari. L’incidenza percentuale, già pesante in proporzione al fatturato, è quasi totalmente concentrata su formaggi, liquori e cordiali, che insieme sopporterebbero circa l’83% del peso. In misura minore, comunque pesante, sono colpiti carni lavorate, conserve e succhi di frutta e frutta.
Lo scenario è sul momento aggravato da quella che parrebbe una buona notizia riguardo la disponibilità dell’amministrazione Trump a trattare e rivedere le relazioni commerciali superando drastiche chiusure. Difatti la analoga guerra commerciale tra USA e Cina si è mitigata con un’intesa parziale che, dal prossimo anno, non si limiterebbe a ripristinare i 20 miliardi di dollari di esportazioni statunitensi in Cina dimezzatisi negli ultimi due anni. La Cina si è impegnata a far salire le importazioni ad almeno 40 miliardi di dollari l’anno, con l’obiettivo di arrivare fino a 50.
Sconvolgimenti mondiali nella produzione e nel commercio si annunciano ben forti, considerato l’invito di Trump agli agricoltori statunitensi per mettere a punto programmi di crescita produttiva, che coprano la domanda cinese.
“In questo scenario ravvicinato di forte crescita delle esportazioni Usa verso la Cina, saranno inevitabili le conseguenze sull’evoluzione dei mercati internazionali dei prodotti agricoli, in termini di prezzo e flussi commerciali” ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ricordando, ad esempio, che da circa un anno gli Stati Uniti sono diventati il primo fornitore di semi di soia del mercato europeo. “Chiusi in rapida sequenza gli accordi parziali con il Giappone e con la Cina – ha aggiunto – le pressioni degli Stati Uniti sono destinate a concentrarsi sull’Unione europea”.

Mentre il presidente Italiano Sergio Mattarella affrontava di persona il tema con quello statunitense Donald Trump, ITA-ICE e ministero per gli affari esteri hanno diffuso una nota informativa, qui riportata, su Dazi aggiuntivi USA verso UE a seguito contenzioso Airbus: risolto dalla Organizzazione Mondiale del Commercio con la autorizzazione agli USA per la imposizione di tariffe compensatorie su prodotti importati dall’UE fino al valore (prezzo dei beni) di 7,5 miliardi di dollari all’anno.
Aggiungiamo un dettaglio, senza alcuna acrimonia verso l’Unione Europea molto migliorabile ma irrinunciabile per gli equilibri politici ed economici: l’Italia non è parte del consorzio Airbus ma è uno dei maggiori esportatori europei verso gli Stati Uniti.