Bioeconomia circolare
per una ripartenza green

Nel seminario di agronetwork imprese, specialisti e politici discutono proposte concrete per il futuro sostenibile
La bioeconomia è la soluzione per sviluppare l’economia in modo compatibile con ambiente, salute e coesione sociale, come solennemente richiesto dall’ONU e la Unione Europea.
Agronetwork ha affrontato il tema con il seminario Bioeconomia Circolare per una ripartenza green. I lavori di alto livello politico e professionale dell’8 dicembre 2020 hanno avuto 910 partecipanti da remoto, più la presidenza e i collaboratori che hanno coordinato dalla biblioteca della Confagricoltura. Ai partecipanti si stanno aggiungendo molte persone che nel tempo accedono in differita alla registrazione.
La sfida di non rovinare irreparabilmente il mondo che abbiamo ha trovato una risposta nell’approccio chiamato “economia circolare”. Ma si deve uscire da impostazioni troppo generali e approfondire la messa a punto di soluzioni reali.
Il passo determinante è lo sviluppo della bioeconomia, per una circolarità economica basata su tecnologie non più convenzionali ma esse stesse caratterizzate da sostenibilità ambientale come quelle che valorizzano le risorse naturali.

“Con 345 miliardi di euro generati negli ultimi anni dalla bioeconomia e oltre due milioni di occupati, soprattutto nel comparto legato alla filiera agroalimentare, l’Italia si colloca al terzo posto a livello europeo per valore della produzione di bioeconomia circolare, dopo Germania e Francia. Numeri questi che ci dicono quanto il nostro Paese sia il vero protagonista della bioeconomia”.

Così la presidente di Agronetwork Luisa Todini ha aperto i lavori del seminario moderato dal segretario generale Daniele Rossi, a cui hanno partecipato autorevoli esponenti del mondo istituzionale e imprenditoriale italiano.
“L’economia circolare è uno strumento essenziale delle strategie e delle politiche europee del New Green Deal - ha continuato Todini – in cui le imprese agricole avranno un ruolo determinante. Nulla deve essere sprecato, e tutto ciò che può tornare ad essere circolare rappresenta il vero petrolio di questa parte di economia, che oggi è in grado anche di attrarre grandi investimenti”.
L'impegno di Agronetwork su questi temi nasce tra le espressioni dell'analogo impegno dei tre soci fondatori: Confagricoltura, LUISS e Nomisma. Nelle attività della associazione dell'agroindustria è anche evidente la condivisione attiva dei soci aderenti, aziende ed istituzioni della ricerca scientifica.
Nomisma dedica al settore diverse attività tra le quali gli osservatori continuativi Wine Monitor e, Agrifood Monitor. Un contributo importante di Nomisma è anche il recente rapporto "L’industria alimentare italiana oltre il Covid-19. Competitività, impatti socio-economici, prospettive". Strategicamente Nomisma propone un piano pluriennale di interventi a sostegno dell'agroindustria italiana per rispondere ai problemi e potenzialità del settore.

La LUISS era presente con il collegamento del vicepresidente di Agronetwork; Matteo Caroli che ha riferito dell'intenso lavoro sui temi in discussione condotto dalla LUISS Business School e di progetti particolari inclusi quelli a finanziamento europeo. E' recente la diffusione degli aspetti inerenti le innovazioni circolari nell’agricoltura food e non food di “Italia 2030”, il progetto MiSE e Luiss Business School per l’Italia sostenibile.
Il professore Caroli ha ribadito che i miglioramenti attesi dalla Economia Circolare devono essere contemporaneamente ambientali ed economici.
La sua voce si è unita ai molti che paventano forti remore a causa della lentezza burocratica. Per contenere tale problema Caroli ha proposto di coinvolgere tutti i referenti, anche locali, dei portatori di interessi toccati dai singoli interventi a sostegno dell'economia circolare.
Un appoggio strategico può venire dalla crescita della "finanza sostenibile", che però, ha raccomandato Caroli, deve estendersi dai mercati globali al sostegno delle PMI, coinvolgendo anche i consumatori come basilari attori economici.

“L’agricoltura può dare un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi 2030 proprio grazie allo sviluppo dell’economia circolare – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo al seminario organizzato da Agronetwork -. Perché è chiaro che sui temi ambientali ci giochiamo il nostro futuro.
"La bioeconomia circolare è una grande opportunità per rispondere alle sfide del cambiamento climatico, per ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali sviluppando quelle rinnovabili; per imparare a gestire meglio le risorse naturali, per rendere più efficiente e puntuale la nostra modalità di produrre, per innovare nei materiali e nei processi, per distribuire in maniera equa il nuovo valore aggiunto generato dalla circolarità e dalla precisione”, ha proseguito il massimo rappresentante di Confagricoltura, che di Agronetwork è socio fondatore.
“Gli investimenti e i processi innovativi - ha aggiunto Giansanti - dovranno dunque orientarsi, in questa transizione europea e globale, verso nuovi modelli produttivi, energetici, gestionali e di business; verso nuovi servizi da collegare all’evoluzione delle infrastrutture, del digitale, delle rinnovate esigenze dei consumatori. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le importanti risorse che il Recovery Fund mette a disposizione della bioeconomia con un progetto coerente con quelle che sono le caratteristiche dell’agricoltura italiana e dei suoi territori. L’Italia ha tutte le carte in regola per essere leader in Europa in questo percorso”.
La base della bioeconomia si trova nella natura e nella agricoltura. Lo sviluppo passa necessariamente per la organizzazione circolare della filiera.
Molte imprese agricole si stanno impegnando in modo strutturato per contribuire al circuito della sostenibilità, anzitutto al loro interno e anche con prodotti innovativi.

Nell'ambito di Confagricoltura è stata istituita una nuova federazione nazionale di prodotto per la bioeconomia. Il presidente, Ezio Veggia ne ha illustrate le attività notando come la digestione anaerobica e la produzione di digestato da reflui e altri sottoprodotti contribuiscano, nelle aziende agricole, alla bioeconomia circolare.
Quando si produce biometano è possibile tratternere anidride carbonica "sequestrandola" dall'atmosfera.
Con l'impiego di macchinari a biometano gli agricoltori possono avere autosufficienza energetica.
Ma la priorità del momento, anche per gli imprenditori agricoli rappresentati da Veggia, è ottenere norme chiare ed economicamente sostenibili.
La circolarità può dunque attuarsi già in azienda, ma la valorizzazione complessiva della bioeconomia circolare postula sinergie.

Daniele Rossi, segretario di Agronetwork, ha descritto lo scenario rammentando esperienze svolte, come la prima presidenza del Cluster Tecnologico Agrifood Nazionale. Riguardo questa iniziativa ha ceduto la parola a Mauro Fontana che del CL.A.N. è attualmente consigliere ed è stato a lungo al vertice della società di ricerca e sviluppo tecnico e di marketing del Gruppo Ferrero,
CL.A.N. è un partenariato attualmente di 112 tra imprese, centri di ricerca, rappresentanze territoriali e portatori di interessi rilevanti della filiera agroalimentare. E' nato per promuovere una crescita economica sostenibile, basata sulla ricerca e l'innovazione, e per proporsi come interlocutore unico delle Istituzioni nazionali ed europee.
Il presupposto è che i livelli di complessità sono tali che le imprese non possono fare da sole tutta la ricerca necessaria. Occorre che collaborino tra loro e con enti di ricerca.
Le attività principali del CL.A.N. si sviluppano in tre filoni: biotecnologie per la fermentazione con miglioramento del gusto dei prodotti, proteine alternative a quelle animali, recupero di sottoprodotti e scarti.
Particolare attenzione è dedicata alla introduzione di nuovi strumenti e alla riduzione delle allergie. Ora il CL.A.N. sta anche rispondendo all'aumento delle esigenze determinato dal Covid19, forte di avere già da prima individuato e affrontato i punti ora enfatizzati.

E' sempre più chiaro che occorre investire in competenze ed innovazione e che, per essere al livello delle esigenze e della concorrenza, lo debbano fare non solo i singoli operatori ma intere nazioni e loro unioni come quella europea.
La sinergia tra impresa e ricerca, una delle basi della attività di Agronetwork, è necessaria anche oltre i programmi di finanziamento europeo su progetti, per i quali si attendono i nuovi bandi.
I progetti a finanziamento pubblico sono una parte di quello che si può fare con visione e collaborazione più ampie.
Partecipano a diversi progetti con gli imprenditori dell'Agroindustria università e centri studi, privati e pubblici, come LUISS e Nomisma, che a tal proposito hanno anche fondato Agronetwork insieme a Confagricoltura, e l'università di Torino, socio aderente, dove è professore il coordinatore scientifico di Agronetwork Remigio Berruto.
In Italia un apporto strategico viene dall'ENEA che, come ricordato da Massimo Iannetta, responsabile della divisione Biotecnologie e Agroindustria, si interessa di agricoltura fin dalle origini, quando era stata creata per l'uso pacifico dell'energia nucleare.
In quanto ente pubblico ENEA ha recepito indicazioni del governo italiano e ora dedica un proprio settore alla economia circolare, con attività ed interlocutori nazionali ed internazionali.
A livello europeo ENEA contribuisce alle strategie per l'efficienza nell'impiego delle risorse. In Italia un riferimento molto importante è dato dal manifesto "L'alleanza per l'economia circolare per uno sviluppo innovativo e sostenibile".
ENEA è attivo nella European Circular Economy Stakeholder Platform e nella Italian Circular Economy Stakeholder Platform.
- Obiettivi di ECESP sono:
- promozione della diffusione delle conoscenze
- promozione del dialogo e individuazione delle sinergie possibili
- mappatura delle buone pratiche di economia circolare
- Finalità di ICESP sono:
- eseguire il mandato dell’Europa di favorire una maggiore armonizzazione e integrazione tra le azioni in essere in Italia e nei Paesi europei;
- promuovere la diffusione delle conoscenze;
- favorire il dialogo e le sinergie possibili tra gli attori italiani delle iniziative;
- mappare le buone pratiche italiane;
- favorire l'integrazione delle iniziative a livello italiano;
- realizzare uno strumento operativo permanente che possa promuovere e facilitare il dialogo e le interazioni intersettoriali;
- diffondere le eccellenze italiane ed il modo italiano di fare economia circolare, a partire dalle tradizioni e dalle tipicità del nostro Paese e dai relativi modelli culturali, sociali ed imprenditoriali: The Italian way for circular economy
Uno dei sei gruppi di attività in questa "piattaforma" è dedicato all'Agrifood. Le adesioni sono molte ma ENEA continua a sollecitarne.
Iannetta ha presentato rapidamente la grande attività dell'ENEA nei progetti europei dedicati al settore, che intraprende con l'intento di stimolare "valorizzazioni e a cascata e simbiosi industriale".
Come esempi di azione sulle filiere Iannetta ha portato i casi del "melograno" e del "fico d'india" coltivazioni ripensate circolarmente con tecnologie di avanguardia analoghe a quelle dedicate all'autosufficienza delle stazioni spaziali. Scarti e reflui sono valorizzati in bio-risorse ad elevato valore biologico. Ne risultano, tra l'altro, biomolecole innovative con usi molto varii dalla cosmesi al restauro di opere d'arte.
Nel quadro di innovazioni così profonde nella Agroindustria, ENEA cura anche lo sviluppo di indicatori di sostenibilità e di sistemi di valutazione.

Durante il seminario diversi interventi sono stati fatti da rappresentanti di aziende che offrono servizi altamente innovativi ad altri imprenditori, soprattutto nel campo agricolo e dell'industria di trasformazione.
Ne è risultata la conferma dell'evoluzione rapida della bioeconomia, fondata su basi scientifiche oltre che di intuizione e capacità imprenditoriali.
Il denominatore comune tra imprese molto diverse è chiaramente apparso: il presidio, diretto o indiretto dell'intero ciclo incluso il reimpiego di ciò che si era abituati a considerare scarto. Capacità questa, evidentemente determinata da ricerca e sviluppo. Nel cerchio della gestione sostenibile, queste imprese indirizzano e sostengono le azioni dirette degli imprenditori assistiti armonizzando con esse i propri apporti specialistici.
Riccardo Vanelli, amministratore delegato di Syngenta Italia, ha parlato del ruolo di una grande azienda mondiale, attualmente a controllo cinese, con 13,6 miliardi di vendite globali nel 2019 e circa 28,000 dipendenti in oltre 90 Paesi.
Attiva in particolare nel settore delle semenze e nella protezione dei raccolti, Sygenta si ripromette di "aiutare a nutrire in sicurezza il mondo prendendosi cura al contempo del pianeta". Questo portando innovazione agli agricoltori ovunque nel mondo e indipendentemente dalle dimensioni aziendali. Negli ultimi anni la azienda si molto dedicata alla produzione di biocombustibili e alla ottimizzazione del ciclo dell'acqua dolce.
Ricerca e collaborazione tra aziende sono anche per Vanelli i fattori fondamentali per associare l'economia circolare alla effettiva sostenibilità ottimizzando senza sprechi l'uso di risorse limitate.
L’Associazione europea che riunisce i produttori di agrofarmaci ha annunciato il suo sostegno al Green Deal della Unione Europea attraverso tre pilastri di intervento:
- prodotti innovativi
- economia circolare
- formazione.
Le aziende possono condividere un piano a lungo termine per migliorare la biodiversità, proteggere il suolo e garantire la sicurezza degli agricoltori in tutto il mondo perseguendo così sostenibilità ambientale ed economica.
Elementi chiave sono:
- accelerare l’innovazione per gli agricoltori e l’ambiente;
- impegnarsi per un’agricoltura a zero emissioni di CO2;
- contribuire alla salute e alla sicurezza delle persone.
Ad un livello dimensionale diverso dalla grande multinazionale, Silva Team, azienda italo-sud americana alla quarta generazione di conduzione familiare è comunque leader mondiale nella produzione di estratti vegetali utilizzati con successo nella concia di pelli di qualità superiore, nell’alimentazione animale, negli alimenti e le bevande e nell’industria chimica, tessile, petrolifera e mineraria nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
La grande capacità innovativa di Silva Team, come illustrato dall'amministratore delegato Alessandro Battaglia, si è espressa particolarmente nelle procedure, integrate in particolari produzioni agricole e negli impieghi sempre più varii dei prodotti.

CNH Industrial è un gruppo multinazionale con settantamila dipendenti e detiene dodici marche di veicoli che "mantengono in crescita agricoltura e industria". Michele Ziosi, che ne è vicepresidente addetto alle relazioni istituzionali, ha spiegato che CNH Industrial già basa su scenari di sostenibilità lo sviluppo tecnologico dei prodotti che includono strumenti per la agricoltura di precisione.
Oltre contenere la produzione di CO2, comunque determinata in piccola parte dai macchinari agricoli, i nuovi mezzi meccanici sono alimentabili con gas naturali incluso bio-metano producibile nelle stesse aziende agricole.
E la produzione di biometano nella azienda agricola si va sempre più affermando. Ne ha parlato Piero Gattoni, che oltre ad essere imprenditore agricolo, è presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas. Il CIB, a sua volta aderente alla EBA associazione europea del biogas, riunisce aziende agricole produttrici di biogas e biometano da fonti rinnovabili, società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e biometano, enti ed istituzioni che contribuiscono alla promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo.
Il CIB come ha ricordato Gattoni, rappresenta tutta la filiera della produzione di biogas e biometano in agricoltura, con l’obiettivo di fornire informazioni ai Soci per migliorare la gestione del processo Biogasfattobene e raggiungere gli obiettivi al 2030 sulle energie rinnovabili e la lotta al cambiamento climatico. La prospettiva è una produzione italiana di 6,5 miliardi di metri cubi di biometano con riduzione della CO2 in atmosfera pari a 31 milioni di kiloton.
Oltre a tutelare gli interessi dei soci, il CIB sostiene le aziende nella transizione verso l’economia circolare, promuovendo ricerca scientifica, stimolando innovazione tecnologica e fornendo servizi dedicati.
Gattoni ha presentato il progetto Farming for future recentemente avviato per portare l’agricoltura tradizionale verso l’agroecologia attraverso dieci 10 azioni che, se attuate, migliorano le performance ambientali delle aziende agricole, tutelandone la redditività. Intenti fondamentali sono produrre usando meno risorse, contrastare il cambiamento climatico, garantire cibo ed energia per tutti, ripristinare la fertilità dei suoli e la biodiversità.
Il progetto è fondato su condivisione e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati .

Agricoltura di precisione basata su dati raccolti automaticamente nelle fattorie e su sistemi automatici integrati è il presente del settore. Tra le aziende che propongono queste soluzioni è intervenuta al convegno Topcon Agriculture, rappresentata dal direttore per l'Italia Marco Miserocchi che ha ribadito la condizione particolarmente felice dell'Italia come laboratorio di eccellenza agricola. Non a caso il nostro paese è stato scelto per la sede mondiale del settore agricolo della multinazionale giapponese degli strumenti di precisione Topcon.
Miserocchi ha voluto dare anche tre allarmi, riguardo criticità del settore.
Gli strumenti di precisione sono anche utilizzabili per agevolare l'applicazione delle regole a sostegno dell'economia circolare o relative ad altri protocolli di qualità. Tuttavia sono state introdotte regole difficilmente applicabili che limitano gli imprenditori nel loro ruolo di ideare soluzioni.
Un altro allarme che Marco Miserocchi a voluto dare è la difficile sostenibilità della così detta "agricoltura biologica", che per molte famiglie non è economicamente accessibile mentre si deve sfamare una vastissima popolazione mondiale ancora in crescita di duecentomila individui al giorno.
Infine il relatore ha evidenziato un concetto ripreso anche da altri: occorre investire per ringiovanire l'età anagrafica e la disposizione mentale della maggioranza degli imprenditori agricoli italiani, soprattutto di piccole dimensioni.
Per sostenere l'impegno delle imprese italiane agricole e della trasformazione, perlopiù piccole o medie, servono anche risorse finanziarie.
In generale si è diffusa tra gli investitori la domanda di finanza "etica" anche sotto il profilo della ecologia. Nel frattempo si è consolidata l'idea che gli investimenti "verdi" possano offrire buona redditività. Anche nei precedenti convegni di Agronetwork si è constatata la attenzione di grandi banche come Intesa San Paolo ch ha stanziato sei miliardi di euro per progetti di economia circolare.
Esistono sempre più operatori specializzati nei servizi finanziari per lo sviluppo di attività eco-sostenibili.
La stessa Luisa Todini ha presentato esempi di questi servizi proposti dalla azienda di cui è socio e consigliere. Il Gruppo Green Arrow Capital è il maggiore operatore italiano indipendente specializzato negli investimenti alternativi che, in generale, hanno un rendimento molto stimolante rispetto ai tassi attuali di mercato e contribuiscono allo sviluppo dell’economia eco-compatibile. Suo obiettivo strategico è collegare il mondo finanziario e l’economia reale. Ultimo esempio di progetto finanziato: sei imprese produttrici di biometano in provincia di Brescia con punti di erogazione diretta del combustibile.
L'aggravamento delle difficoltà economiche complessive rende più attuale la necessità di intervento pubblico per il sostegno finanziario alle imprese. Questo può assumere varie forme, essere diretto o mediante garanzia o assicurazione presso gli istituti di credito privati, usare la leva fiscale o quella degli acquisti pubblici.
La Cassa Depositi e Prestiti, a seguito di profonde innovazioni, offre ormai anche alle imprese i suoi servizi. Per essa è intervenuto il responsabile della divisione "imprese" Nunzio Tartaglia, affermando che "i soldi per la bioeconomia circolare ci sono perché ci sono i progetti".
La cassa quest'anno ha erogato seicento milioni di euro a duecento imprese del settore agroindustriale, individuato come uno sul quale puntare. Ma la raccomandazione è aumentare le dimensioni delle aziende o porle in rete per condividere progetti e finanziamenti.
La Cassa Depositi e Prestiti dispone di quattro strumenti:
- finanziamento diretto alle aziende più grandi, incluso quello a medio-lungo termine garantito dal magazzino e dal prodotto;
- fondo rotativo per l'innovazione, in collaborazione con i "contratti di filiera" assieme al ministero per le Politiche Agricole;
- strumenti obbligazionari, nell'ambito di due programmi regionali già avviati e di un terzo in partenza;
- accordo con ICCREA, particolarmente pensato per le PMI.
Il sommarsi di difficoltà ed esigenze collettive non riconducibili ai singoli imprenditori richiede impegni collettivi, anche delle amministrazioni pubbliche, per rilanciare l'economia. Nello stesso tempo le attività imprenditoriali necessitano di chiarezza e snellezza delle regole.
Questi concetti, ricorrenti negli interventi come già in altri convegni, sono stati posti all'attenzione dei rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee che partecipavano all'incontro.

Simona Bonafè, membro della commissione "Ambiente, sanità e sicurezza" del parlamento europeo", ha ringraziato per la "opportunità di parlare in un consesso stimolante e prestigioso" dedicato al tema che è oggi "LA soluzione per una nuova economia compatibile con ambiente, salute e coesione sociale".
La parlamentare europea ha raccolto "i richiami alla importanza delle regole e alla necessità di loro chiarezza". A suo avviso il parlamento europeo ha prodotto norme "quadro" abbastanza chiare anche se trasferirle in disposizioni attuative nazionali può risultare più problematico.
Il legislatore europeo, con le prime norme sul ciclo dei rifiuti, ha contribuito a cambiare il paradigma dell'economia da lineare a circolare. Questo nuovo punto di vista ha continuato ad evolversi. L'attuale "green deal" va oltre l'economia circolare perché interviene anche sulla progettazione dei prodotti, agendo in modo preventivo sulle conseguenze delle attività economiche.
Si tratta di un settore ad alto tasso di innovazione che Simona Bonafè ritiene necessario sostenere con investimenti pubblici. A tal proposito ha raccomandato che l'Italia non perda l'occasione dei programmi europei e del "Recovery Fund".
Il governo operativo dell'Europa era rappresentato da Roberto Berruti, del gabinetto del commissario alla agricoltura, che ha annunciato l'atto delegato sull'economia conseguente ai nuovi orientamenti. Sarà necessario certificare i progetti come coerenti con gli obiettivi stabiliti di "Green Deal Transition" e "Digital Transition".
Mentre la Banca Europea per gli Investimenti mette a disposizione fondi per l'economia circolare, la Commissione Europea sta anche discutendo la digitalizzazione delle aree rurali, ha concluso Berruti.
E' stata molto apprezzata anche la partecipazione del governo nazionale nella persona del sottosegretario per l’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare Roberto Morassut che ha affermato: “sui temi dell’economia circolare siamo in un momento di transizione abbastanza positivo, che ci spinge verso impegni e azioni pratiche. Il recepimento delle quattro direttive europee su questa materia ci impone ora di predisporre un programma nazionale di gestione del ciclo dei rifiuti che abbia come obiettivo quello di affrontare il riequilibrio del sistema territoriale e tecnologico. Ma ci sono ancora alcuni problemi da risolvere, come quello dello squilibrio tra la quantità di materia riciclata e il suo riutilizzo, o la questione impiantistica, che deve essere affrontata con piena consapevolezza, anche per non alimentare il ciclo illegale dell’economia dei rifiuti”.
Quantità e qualità delle presenze e dei contenuti, hanno reso il convegno telematico di Agronetwork occasione per reciproche informazioni e chiarimenti, fino a consolidare gli impegni di collaborazione tra i diversi attori della bioeconomia circolare.
Senza trascurare il coinvolgimento fondamentale dei consumatori, si stanno strutturando confronti sia tra aziende, sul piano imprenditoriale ed associativo, sia con gli enti di ricerca e i possibili finanziatori, sia con le istituzioni.
Solo collaborando, a livello nazionale ed internazionale, si potrà essere all'altezza di una sfida che offre grandi spazi agli imprenditori in un contesto etico irrinunciabile. Con le parole scelte dalla FAO: «Incoraggiare la ricerca e le aziende del settore alimentare e agricolo a innovarsi per sviluppare un modello condiviso di “Agricoltura Circolare” è la chiave di volta per ripensare creativamente la sostenibilità delle filiere produttive dell’agro-alimentare e andare verso una futura strategia di elevata responsabilità e consapevolezza sociale ed economica.»
Come ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti: "Il programma europeo sembra postulare un mondo perfetto; la fase pratica sarà più problematica", però "la bioeconomia è il nostro futuro ma anche il nostro presente, e la Confagricoltura ne è stata precursore" e ora ha anche progetti per l'aumento dell'innovazione tecnologica nelle sue aziende.
Difatti l'Italia meglio di altri può porsi come leader della bioeconomia in tutti i suoi aspetti, purché si superino equivoci e mistificazioni, contrastando i tentativi, condotti anche attraverso proposte normative, di "standardizzazione del cibo basato su industria e marchi globali, anziché sulla agricoltura". D'altra parte, ha proseguito Giansanti, "biologico" non è sempre sinonimo di minor impatto ambientale.
"Occorre che le norme tengano conto della struttura imprenditoriale italiana", ha ribadito Giansanti e che siano garantiti:
- orientamento strategico governativo;
- finanziamenti anche dagli istituti di credito;
- valorizzazione delle aziende più evolute.
Considerata la necessità di nuove norme, il sottosegretario Roberto Morassut ha recepito la sollecitazione ripetuta dagli esponenti di Agronetwork presenti: fare semplificazione normativa insieme agli operatori del settore.