Finanza e agroindustria nell’analisi di Nomisma
Il ruolo della finanza per la crescita sostenibile dell’agroalimentare italiano, tra nuove sfide e competitività di mercato
Situazione e prospettive dell’industria agroalimentare italiana nel quadro europeo e globale sono state evidenziate da Nomisma in occasione del convegno di Agronetwork del 7 maggio 2018.
La discussione tra rappresentanti dell’imprenditoria agroalimentare e di quella finanziaria interessata ad offrire supporti innovativi, si è infatti avvalsa dei dati e degli stimoli contenuti nella presentazione di Denis Pantini, direttore Area Agroalimentare di Nomisma, uno degli enti fondatori di Agronetwork assieme a LUISS e Confagricoltura.
La prospettiva di sviluppo economico incentrato sull’innovazione delle imprese agricole e di trasformazione e dei supporti finanziari, ha trovato conferma nel dibattito che ha coinvolto imprenditori, agricoli e industriali e rappresentanti di vertice di imprese finanziarie. Tra gli interventi, dei quali riferiamo in altra sede, la presidente di Agronetwork, Luisa Todini, il presidente di Confagricoltura regione Lombardia, Antonio Boselli, e Luciano Fontana, direttore responsabile del Corriere della Sera che ospitava il convegno nella sala Buzzati a Milano.
Mutamenti climatici, attenzione all’ambiente, globalizzazione sono tra i principali aspetti del cambiamento di scenario che non ha mancato di fare vittime, particolarmente tra le imprese meno strutturate, in Italia più numerose che in altre nazioni europee.
Ma le novità di scenario offrono anche opportunità di crescita delle quali stanno approfittando soprattutto le medie imprese italiane con risultati marcatamente migliori dei loro omologhi nell’agro-alimentare dei paesi europei di più immediato riferimento. Spicca, in contrasto con un’accusa spesso rivolta alle imprese italiane, anche la superiore produttività per addetto.
L’agroalimentare è l’unico settore manifatturiero in cui, nonostante le persistenti difficoltà di mercato, i margini operativi crescono negli ultimi 5 anni del 20 %, dal 7,6 % a quasi il 9 % sul fatturato, il cash flow del 31 %, il patrimonio netto dal 39 al 45 %, risultati importanti che danno significato a delle logiche di investimento di «lungo periodo», con crescite stabili nel tempo.
Innovazione di prodotto, crescita dimensionale e produzioni sostenibili, oltre a soddisfare la mutata domanda interna, ad esempio con prodotti “biologici” e di territorio devono saldarsi con il potenziamento dell’export, particolarmente verso i paesi extraeuropei dove si concentrano prospettive di crescita quantitativa e qualitativa dei consumi.
Un importante complemento può venire dalla differenziazione con attività di supporto e secondarie complessivamente sinergiche.
I risultati economici, caratterizzati anche da relativa stabilità, possono essere interessanti per gli investitori soprattutto se si considerano le eccellenze di “nicchie” con solide tradizioni, innovazione e alto valore di servizio.
E’ opportuna la condivisione di progetti innovativi sistemici per affrontare il mercato globale unendo diverse competenze produttive e finanziarie come è impegnato a fare Agronetwork.