UNA STORIA APPENA INIZIATA
CENTENARIO di CONFAGRICOLTURA

Una storia appena iniziata
Nel centenario di Confagricoltura ogni giorno è per l’innovazione
Il passato celebrato lavorando per il futuro
Non una celebrazione formale ma un anno di lavori destinati ad aumentare l’impulso innovativo degli imprenditori agricoli. Questa la scelta della più antica organizzazione agricola italiana al compimento dei cento anni, culminata il 28 settembre 2020 nel confronto pubblico, alla presenza del presidente della Repubblica e del sindaco di Roma, con il presidente del consiglio Giuseppe Conte e i ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli.
La vicenda, non ancora conclusa, della pandemia ha posto in maggiore evidenza alcuni elementi preesistenti che avevano determinato, tra l’altro, la decisione di costituire Agronetwork, condivisa da Confagricoltura con Nomisma e LUISS.
In risposta al Covid gli agricoltori hanno continuato a produrre e non hanno fatto mancare approvvigionamenti ai cittadini italiani. E' facile, e spaventoso, riflettere sulla drammatica degenerazione dello scenario se questo impegno fosse venuto meno.
Assume conseguentemente maggior peso l'affermazione di considerare strategica l'agricoltura, ripetuta dai ministri per le politiche agricole e per lo sviluppo economico.
Occorre, come ribadito da Confagricoltura per bocca del presidente Massimiliano Giansanti, e come confermato dai ministri, un'azione strategica a sostegno dell'agricoltura e dell'intera filiera.
Una nazione forte ha bisogno di una agricoltura forte, che garantisca approvvigionamenti sufficienti al paese evitando che i prodotti essenziali debbano percorrere lunghe strade di importazione suscettibili di interruzioni in casi limite ma, come tutti hanno visto, possibili.
Non è di tipo illusoriamente autarchico la assunzione di questa responsabilità; lo evidenzia lo sviluppo globale impresso al settore agroindustriale italiano, con il concorso di altri imprenditori e della ricerca scientifica.
Il settore chiede sostegno per continuare a migliorare e aumentare produzione e capacità di competizione. Bisogna essere nei mercati globali e per questo occorrono infrastrutture, dai porti alla telematica.
I fondi per il rilancio dell'economia depressa dal Coronavirus sono occasione da non perdere.
Molti vorrebbero rappresentarsi al pubblico come caratterizzati da tradizione e innovazione. Questo che per i pubblicitari è un problematico contrasto tra i possibili messaggi è però il carattere della presenza italiana nel mondo, conferito al nostro paese dall'imprenditoria agricola prima ancora che da quella famosa per il valore estetico dei prodotti.
L'agricoltore deve saper attendere: ottimo esercizio in tempi di frenesia poco riflessiva. Ma durante l'attesa il suo lavoro, anche intellettuale, è continuo. Confagricoltura ha scelto di sostenere l'aspetto innovativo di questo lavoro. L'Italia in 100 anni è cambiata e l'agricoltura si è profondamente rinnovata. Il settore resta centrale per l'economia italiana in ragione delle premesse e della propria dinamicità.
L'Italia può fare affidamento oggi su un solido sistema agroalimentare. Il primo settore del economico del paese, considerando l'intera filiera fino alla somministrazione, come ribadito nel convegno di Agronetwork sull'HoReCa: 1,3 milioni di imprese, il 25% dell'economia italiana 2018/2019, con 3,4 milioni di occupati (14% del totale nazionale), 250 miliardi di euro (23%) di consumi, di cui 43 miliardi di esportazione, con un valore aggiunto di 140 miliardi di euro. 10% dell’export totale in valore.
Gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.
Cento anni di Confagricoltura capitalizzano un passato lungo e glorioso, ma la nostra tradizione agricola risale alla notte dei tempi. Il territorio che oggi chiamiamo Italia ha goduto e gode di caratteristiche geologiche e climatiche favorevoli a produzioni agricole di particolare qualità. Gli agricoltori italiani hanno saputo svilupparle, innovando in continuazione quanto realizzato nel tempo.
Il radicamento, anche letterale, del suo lavoro nella terra porta l'agricoltore a difenderla preservando la natura. Pertanto, come affermato da Giansanti, il mondo agricolo è interessato alle innovazioni che favoriscano la sostenibilità ambientale incontrando l'esigenza obiettiva e il desiderio diffuso di economia non distruttiva.

Tre giovani imprenditori che hanno raccontato la loro storia hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale.
Sono Luca Travaglini di Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità; Ariane Lotti di Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia; Francesco Cambria di Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.
Il presidente del consiglio dei ministri ha partecipato al dibattito non limitandosi ad un intervento rituale e collegandosi a quanto aveva espresso nel convegno Identità e Futuro svoltosi poche settimane prima del blocco per il contenimento dell'epidemia.
Conte ha apertamente condiviso l'idea che "Agricoltura è sodalizio tra innovazione e tradizione e questa è anche la caratteristica dell'Italia"
"Il Covid ha evidenziato l'importanza di poter fare affidamento particolarmente per alcuni prodotti su produzioni geograficamente vicine ai consumatori" ha affermato il presidente del consiglio dei ministri.
"Ora stiamo reagendo alle conseguenze del Covid19 ponendoci la prospettiva di superare la fase di stagnazione che l'Italia ha vissuto dalla metà degli anni '90" ha detto Conte, osservando che dal 1996 al 2019 mentre l'insieme dell'economia Italiana cresceva solo del 0,3% l'agricoltura è cresciuta del 1,5%.
Questo sviluppo dell'agricoltura in Italia è stato particolarmente rispettoso dell'ambiente, ha notato, riferendo che, come riportato in uno studio di NOMISMA, secondo l'autorità europea di settore, in Italia i residui chimici e i rifiuti alimentari sono minori che negli altri paesi europei.
Il governo è pronto ad aiutare lo sviluppo del settore.
Molte linee di intervento relative all'agricoltura e all'alimentazione saranno incluse nel piano di recupero dell'economia che dovrà riservare il 37% dei fondi a progetti ambientalmente sostenibili. Altre risorse verranno da particolari programmi, come il nuovo strumento a sostegno delle PMI nelle aree interne.
Il governo intende realizzare un mosaico di interventi in un piano da presentare alla Commissione Europea nel previsto termine di fine anno.
Conte ha fatto alcuni esempi di innovazione da finanziare. Uno degli scopi sarà migliorare funzionalità e resistenza delle foreste. Le nuove tecnologie in agricoltura includeranno l'impiego di sensori in rete che coprano almeno il 10% della superficie coltivata. Si dovranno creare poli tematici di ricerca in ambito agro-tecnologico con la collaborazione delle università. Per gli aspetti energetici sarà incentivata l'introduzione di bio-metano e di impianti fotovoltaici sui tetti delle strutture agricole.
Basilare sarà lo sviluppo di nuova rete digitale a fibra ottica e il miglioramento della rete mobile.
Questi rafforzamenti nel paese devono essere accompagnati da azione strategica per lo sviluppo commerciale verso l'estero, contrastando le imitazioni ingannevoli e i sistemi di etichettatura alimentare che possano penalizzare i prodotti italiani. Concetti ripresi anche dal ministro Bellanova.
Il ministro per le politiche agricole ha fatto proprio un concetto espresso anche dal presidente di Confagricoltura: "non esiste sostenibilità ambientale se non si garantisce alle imprese sostenibilità economica".
Le imprese agricole "testimoniano con il loro tenace lavoro quotidiano quella resistenza e quella resilienza di cui è capace il nostro sistema agroalimentare. Due qualità, tra le altre, che nei difficili mesi di pandemia hanno garantito il cibo al paese e i prodotti nei banchi e sugli scaffali" ha affermato Teresa Bellanova che in quel frangente definì l'agroalimentare "la filiera della vita".
Questa vicenda ha evidenziato "la strettissima connessione tra sovranità, sicurezza alimentare, garanzia degli approvvigionamenti, diritto al cibo e cibo di qualità per tutti." Conseguentemente Bellanova ha parlato in questi mesi di diritto al cibo come diritto inalienabile da scrivere in costituzione.
L'agricoltura ha una straordinaria capacità di parlare al futuro e dunque divenire il territorio di elezione per le nuove generazioni.
L'Italia è un paese dalla fortissima vocazione agricola, che va riconosciuta e riaffermata nelle politiche di costruzione del futuro, per questo Bellanova si è impegnata da un anno a rimettere l'agricoltura al centro dell'agenda economica e produttiva del paese.
La strategia nazionale per il sistema agricolo, anche quanto ad indirizzi per l'Europa e piano di attuazione nazionale dei provvedimenti europei deve basarsi, ha aggiunto il ministro, sulla coincidenza tra filiera agroalimentare a interesse nazionale.
Le sue parole chiave sono: resilienza, rilancio, dialogo.
Gli obiettivi principali: ammodernamento delle filiere, sistemi produttivi sostenibili, transizione verde e digitale,
La rigenerazione del sistema agricolo si collega al ricambio generazionale e all'ammodernamento per sostenere lo sviluppo e la resilienza agli eventi climatici.
La parte del paese oggi più fragile può offrire nuove occasioni di lavoro e ridurre la pressione sui grandi centri urbani.
Grazie anche allo stanziamento in questi mesi di 2 miliardi e mezzo al netto degli interventi orizzontali, l'agroalimentare potrà essere, per il ministro, protagonista del piano nazionale rilancio e resilienza e del patto per l'esportazione.
L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Ci si confronta nel mercato globale. E si deve reagire a cambiamenti di scenario imprevisti, come dazi USA e uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.
Il presidente Giansanti, in conclusione dei lavori, ha affermato: "Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico."
“E’ indispensabile, però – ha proseguito il presidente - ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate.
“Siamo consapevoli - ha concluso il presidente di Confagricoltura - che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione.
La centralità e la funzione sociale dell'agricoltura sono evidenti. A mangiare non si può rinunciare.